Il processo di Kafka e l'alienazione moderna: colpa, giudizio e l'assurdità del sistema oggi
Nel romanzo Il Processo di Franz Kafka, il protagonista Josef K. si ritrova intrappolato in un sistema giudiziario opaco, irrazionale e incomprensibile, dove la colpa non è legata ad azioni specifiche, ma sembra piuttosto essere una condizione imposta dall'esterno. Questo senso di colpa indefinita e il giudizio assurdo che K. subisce sono una potente metafora dell'alienazione umana e dell’assurdità della vita. Ma se guardiamo alla nostra epoca, le dinamiche kafkiane sembrano più attuali che mai, rispecchiando le complessità del mondo moderno e le nuove forme di oppressione che emergono dalle strutture sociali, tecnologiche e politiche di oggi.
In primo luogo, il concetto di colpa nel romanzo – una colpa vaga e mai chiarita, imposta dall'esterno – trova corrispondenza nel modo in cui oggi la società spesso giudica e condanna gli individui attraverso sistemi invisibili o difficili da comprendere. Uno dei parallelismi più evidenti è il ruolo degli algoritmi e delle piattaforme digitali nella vita moderna. Le nostre attività online sono monitorate, analizzate e utilizzate da sistemi di intelligenza artificiale per prendere decisioni che possono influenzare le nostre opportunità di lavoro, i nostri prestiti bancari o anche la visibilità dei nostri contenuti sui social media. In molti casi, queste decisioni avvengono senza alcuna trasparenza: un utente può vedere il proprio account sospeso, una richiesta respinta o un contenuto censurato senza una spiegazione chiara. Come Josef K., ci troviamo spesso condannati o limitati da meccanismi che non comprendiamo e da cui non possiamo difenderci.
Questa "colpa algoritmica" è altrettanto ambigua quanto la colpa nel mondo di Kafka. Non sappiamo esattamente quale delle nostre azioni abbia attivato una certa risposta algoritmica, e anche quando cerchiamo di correggerla, spesso ci scontriamo con muri di assistenza automatizzata o con procedure farraginose e impersonali. Il senso di impotenza che ne deriva è lo stesso che Josef K. prova nel tentare di difendersi da un’accusa che non riesce mai a chiarire. In un certo senso, siamo diventati "colpevoli" semplicemente per essere partecipi di un sistema digitale che analizza ogni nostro movimento, ma senza che ci venga offerta una vera comprensione o un vero potere di contestare i risultati.
Un altro aspetto del romanzo che risuona nel mondo moderno è l'assurdità del sistema giudiziario e burocratico. Nel Processo, il tribunale è disorganizzato, caotico e incomprensibile, e Josef K. non riesce mai a ottenere risposte chiare o un processo equo. Questo ci ricorda l’esperienza contemporanea di molti cittadini che devono affrontare la burocrazia statale o interagire con sistemi legali complessi e farraginosi. Pensiamo ai lunghi tempi di attesa per ottenere documenti, alle procedure kafkiane per accedere a servizi di assistenza o alla difficoltà di navigare in sistemi legali dove i processi possono protrarsi per anni senza una soluzione concreta. Molti cittadini, specialmente in situazioni di vulnerabilità sociale, si trovano in balia di sistemi opachi che, anziché proteggere, sembrano ostacolare il loro accesso alla giustizia.
Inoltre, il fenomeno della burocrazia disumanizzante si amplifica nella vita quotidiana con l’automazione dei servizi e l’uso massiccio di assistenza virtuale, che spesso rende impossibile ottenere aiuto da un essere umano. Proprio come Josef K. si scontra con funzionari che non riescono a dargli spiegazioni, oggi ci troviamo di fronte a call center robotici, chatbot o email automatiche che ci rispondono in modo impersonale, lasciandoci senza un’interazione umana che possa risolvere i nostri problemi. La tecnologia, che dovrebbe facilitare la nostra vita, in molti casi finisce per creare un distacco e una frustrazione, proprio come il tribunale kafkiano aliena e confonde K.
Questa alienazione si estende anche al livello sociale e politico. Nel mondo di Kafka, il potere appare distante e irraggiungibile, una forza che agisce sulla vita delle persone senza che esse possano davvero comprenderlo o influenzarlo. Anche nel nostro presente, molti cittadini si sentono distanti dalle istituzioni politiche, frustrati dall’inefficienza o dall’apparente inaccessibilità dei sistemi di governo. Le dinamiche di potere e decisione politica spesso sfuggono alla comprensione e al controllo dell’individuo, generando sfiducia e alienazione. Le leggi e le politiche che dovrebbero tutelare i cittadini sembrano talvolta progettate per confonderli o escluderli, proprio come le procedure del tribunale kafkiano sono fatte per mantenere Josef K. in uno stato di impotenza.
Infine, c’è un altro parallelo cruciale: l’assurdità esistenziale che Josef K. vive nel suo processo può essere vista come una metafora dell’incertezza che molte persone affrontano nel mondo moderno. In un'epoca caratterizzata da cambiamenti rapidissimi, crisi ambientali, politiche e sociali, molte persone sperimentano una forma di smarrimento simile a quella di K., costantemente alla ricerca di un significato o di una stabilità che sembra sempre più difficile da raggiungere. La sensazione di essere in balia di forze incontrollabili, che siano i mercati globali, le decisioni politiche o le tecnologie avanzate, è un’esperienza comune che ci lascia disorientati, proprio come Josef K. si sente perso nel labirinto del sistema giudiziario.
In conclusione, Il Processo di Kafka, scritto più di un secolo fa, rimane incredibilmente attuale. La colpa indefinita e il giudizio senza spiegazione che Josef K. subisce rispecchiano il modo in cui oggi siamo giudicati da algoritmi e sistemi opachi. L’assurdità del sistema giudiziario e burocratico del romanzo riflette le difficoltà che incontriamo nell’interagire con istituzioni moderne e tecnologie sempre più impersonali. E, infine, l’alienazione esistenziale che Kafka esplora è più che mai presente in una società caratterizzata da incertezze e da un crescente senso di distacco dalle strutture di potere e dai sistemi che governano la nostra vita. Kafka ci ricorda, attraverso Josef K., quanto sia difficile trovare giustizia o significato in un mondo che sembra sempre più incomprensibile e fuori controllo.
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