Il primo trattato globale per regolamentare l'intelligenza artificiale

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Il primo trattato internazionale giuridicamente vincolante sull'intelligenza artificiale, adottato dal Consiglio d'Europa, pone principi e meccanismi per garantire che l'uso dei sistemi di AI rispetti i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto. La Convenzione si basa su cinque principi fondamentali: responsabilità, eguaglianza e non discriminazione, tutela dei dati personali, affidabilità e innovazione sicura. Il principio di responsabilità richiede che le organizzazioni rispondano degli impatti negativi dei sistemi di AI, sostenuto dalla trasparenza e dalla supervisione.

La Convenzione stabilisce che i rischi per i diritti umani devono essere identificati, valutati, prevenuti e mitigati durante tutto il ciclo di vita dei sistemi di AI. Gli Stati firmatari sono tenuti a informare gli utenti quando interagiscono con un AI e a garantire che possano presentare reclami efficaci alle autorità competenti. La Convenzione richiede anche che gli Stati considerino moratorie o divieti per sistemi di AI che violino i diritti umani. L'applicazione della Convenzione prevede l'alfabetizzazione digitale e la protezione delle persone vulnerabili, compresi minori e disabili.

Sebbene sia un passo significativo, il trattato presenta alcune limitazioni, come l'esclusione degli usi di AI in materia di sicurezza nazionale e la possibilità per gli Stati di scegliere se applicarlo ai privati. La reale portata dipenderà dall'attuazione da parte dei singoli Stati e dalla complementarità con regolamenti più specifici come l'AI Act dell'UE.

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