Introduzione  Autonomia Differenziata e Disuguaglianze di Accesso ai Servizi in Italia

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Questo approfondimento si propone come una guida per supportare i gruppi di lavoro impegnati nel contrastare il Disegno di legge sull'Autonomia differenziata. Questo strumento di lavoro, curato da Mariella Volpe, membro dell’Assemblea del Forum Disuguaglianze e Diversità, si concentra sui principali temi oggetto di dibattito e sui settori più sensibili che potrebbero essere maggiormente colpiti dall’autonomia differenziata.

Il testo espone in maniera chiara come la legge 86 del 26 giugno 2024, che prevede l’attuazione dell’autonomia differenziata per le regioni a statuto ordinario, rischia di aumentare le disuguaglianze e di compromettere l’unità nazionale. Nonostante le critiche e le preoccupazioni espresse da autorevoli istituzioni come la Banca d'Italia e la Corte dei Conti, la legge è stata approvata senza un adeguato dibattito pubblico e con un ruolo marginale del Parlamento.

Uno dei principali problemi individuati è la mancanza di meccanismi di solidarietà e perequazione previsti dalla Costituzione. Non viene menzionato il fondo perequativo necessario per redistribuire le risorse tra le regioni più ricche e quelle più povere, aumentando così il rischio di disuguaglianze territoriali. Inoltre, non viene garantito il diritto a pari prestazioni a prescindere dal luogo di residenza, poiché i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) non sono stati definiti né finanziati adeguatamente.

Si evidenzia anche la mancanza di unitarietà delle politiche pubbliche. L’autonomia differenziata, così come concepita, rischia di frammentare ulteriormente le politiche nazionali, generando svantaggi non solo per le regioni del Mezzogiorno ma anche per il Centro-Nord, aumentando i costi di contrattazione e penalizzando le imprese che operano su più regioni.

Un’analisi dettagliata dei settori della sanità, istruzione e assistenza agli anziani non autosufficienti mostra come l’autonomia differenziata possa aggravare le disuguaglianze esistenti. In sanità, ad esempio, le regioni meridionali sono già penalizzate da una spesa pubblica insufficiente e da una qualità dei servizi inferiore rispetto al Nord. L’istruzione soffre di un sotto-investimento cronico, con disparità significative nella qualità e nei risultati scolastici tra le diverse regioni. L’assistenza agli anziani, infine, è caratterizzata da forti disuguaglianze geografiche, con una copertura dei servizi molto inferiore nel Sud rispetto al Nord.


risponde alle domande...

1. Quali sono i rischi e le critiche associati alla legge 86 del 26 giugno 2024 sull'autonomia differenziata?

2. Perché l'approvazione della legge è stata problematica dal punto di vista democratico e quale è stato il ruolo del Parlamento?

3. In che modo la legge 86 rischia di aumentare le disuguaglianze territoriali e quali meccanismi di solidarietà e perequazione sono mancati?

4. Cosa sono i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP), perché sono importanti e come sono stati gestiti nella legge?

5. Quali sono le conseguenze della frammentazione delle politiche pubbliche sulle regioni del Mezzogiorno e del Centro-Nord?

6. Come l'autonomia differenziata influisce sui settori della sanità, istruzione e assistenza agli anziani non autosufficienti?

7. Qual è l'importanza di un approccio federale che garantisca la complementarità delle istituzioni e l'unitarietà delle politiche?

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